Die Sage

 Im fahgfir sind zwein seile, die umbrin lougind wos g’scheije in d’welt.

Aismols aini s’ged dar andra mid grosser fraid:
“Ich hon woul g’louged umbrin in d’welt: hit ist g’falle a’ fogia!”

“Wos wil dos sagi? Worum bist sette z’fridu?“ freiged d’andra.

’Worum – untchiet d’ersta – wan deir fogiu wird unterinne an buocha.

D’buocha wakst und chind an grousse baum; so der ist ripfe
fur machu lode, tuend s’ne obschlon; und darnoh van dam bouchine treim sogind’s lode.

Mit diji lodu machind’s as legred, in dos legred taupfind’s as
sillji ist g’wakses, wird’s studiarre fur cheme heir.

Dan tog dos der heir wird sagi sini erst Mass, wiar werdi sy
erloschtu un g’mun ‚wer auch wiar goh im Himmil“.


(Die Sage Walser)

Walser Trauering

Walser Trauering

 

Fur die Gebirgsbewohner ist die Buche glichbedeutend mit
dem Lebensbaum. Die Weiden und die Almen waren von
schattenspendenden Buchenwälder umgeben.

In diesen lebten die Zwerge, die Kobolde, welche die mächtigen
und geheimnisvollen Kräfte der Natur werkörperten.

Die Zwerge lebten in den Wäldern, waren gutmütige und
verspielte Wesen, welche sich manchmal damit vergnügten spielten.

Sie waren auch sehr pfittig und besaßen eine antike Weisheit.

Die Ahnen erzählen, daß es die Zwerge waren, die der
Menchheit lehrten, die Wäsche mit der Asche der Feuerstätte zu
reinigen, die Milch zu Butter, Quark und Käse zu verarbeiten.

Das Buchenholz diente zum wärmen während der
Gebirgswinter, und auf den getrockneten Blättern, eingehüllt in
Hanfsäcke, schliefen die Gebirgsbewohner während der
Weidenzeit; weiterhin dienten die Blätter, weich und trocken, als Streulager für das Vieeh.

Die riesigen Bäume, die sich an steilen Berghäange
klammerten waren das Symbol für Stärke und Widerstandsfähigkeit.

Das dichte Wurzelgewirr verankerte diese Gebirgspatriarchen mit dieser armen und kargen Erde.

Dieselben Wurzeln, wie die der Gebirgsbewohner, die unter
enormen Mühen und unendlicher Arbeit in den Wäldern und Weiden lebten.

Die Buche, Baum der Ruhe, Symbol für ländliche Gebirgswelt,
welche im Einklang mit der Natur lebt, gefestigt durch die
gemeinschaftliche Solidarität und erwäarmt von einer echten Gemeinschaftlichkeit.

Werte, die auch heute noch gültig sind.
Diese sind sorgsam zu schätzen und zu beschützen.

Auch, wenn man nur symbolisch einen Ring trägt, der im Blatt,
im Samen und in der Frucht der Buche der Gebirgswelt und den echten Werten dieser Bewohner nahesteht.

Text des schriftstellers Prof. Paolo Crosa Lenz
Alle die photos kommen aus:” Storia dei Walser”
di Enrico Rizzi

Fedi Nuziali

Fedi Nuziali

 

Amore, Fedeltà, Cerchio della Vita. Non sono certo banali i significati che accompagnano la Fede Nuziale. L’atto dello scambiarsi le fedi non fa parte solo di una consuetudine della cerimonia matrimoniale che è andata affermandosi nel tempo bensì racchiude qualcosa che è molto di più di un semplice gesto rituale. Vi è dietro infatti un simbolismo particolare, speciale che nella storia ha accumunato diversi popoli e differenti culture che trovavano un punto di raccordo proprio nel simboleggiare gli anelli nuziali. Indossare l’Anello Nuziale è una    delle    usanze    più    antiche  e universali.

Quando due persone si sposano formano un’unità completa, indissolubile e il cerchio della fede simboleggia proprio questo. L’anello infatti è simbolo di completezza e segna il momento in cui la vita di una persona si realizza. Un simbolismo per niente banale: Amore, Fedeltà, Cerchio della Vita appunto.

“Anello” deriva dal termine latino “anus”; il significato di questo termine rimanda alla parola “cerchio” che viene usato per adornare le dita delle mani e, in alcune culture, anche quelle dei piedi. Gli anelli nuziali rientrano, ovviamente, nella prima categoria. La fede (chiamata anche “vera”), è difatti un anello, solitamente in oro, che viene scambiato nella cerimonia del matrimonio dagli sposi che attraverso questo rito si giurano fedeltà eterna. Nei paesi dell’Europa Occidentale la fede si indossa sulla mano sinistra al dito anulare, mentre nei paesi dell’Europa Centro-Orientale e in quelli del Nord si usa  metterla  a  destra.  Il  suo peso varia dai 3 ai 16 grammi ma ve ne sono di diverse tipologie. Il materiale più utilizzato è l’oro (giallo o bianco) il quale nella tradizione cristiana rappresenta l’eternità.

Semplice e dalla forma circolare, senza inizio e senza fine, l’anello simboleggia il ciclo della vita e l’eternità e sin dalla notte dei tempi esso veniva portato indistintamente alle dita della mano destra o sinistra. E’ da sempre un elemento non solo ornamentale ma anche e soprattutto un elemento di potere e distinzione con un significato ricco di simbologia e che si usava anche per suggellare l’unione in matrimonio di due sposi. Gli anelli nuziali hanno un’origine antichissima. Già durante l’epoca barbarica abbiamo le prime testimonianze della presenza delle fedi nuziali.

Nell’epoca Romana invece troviamo il “Vinculum”: un anello di ferro indossato in principio solo dagli uomini e poi anche dalle donne il quale serviva a celebrare la promessa di matrimonio. Si trattava di una sorta di evoluzione del cosiddetto “Anulus Pronobus” ossia l’anello di fidanzamento. Nonostante l’importanza che andava conquistandosi con il passare del tempo l’anello nuziale ha sempre mantenuto una certa sobrietà anche quando, sotto l’influenza cristiana, l’oro si è imposto definitivamente sul ferro. Se lo scambio degli anelli durante il matrimonio ha una lunga storia altrettanto non si può dire per l’abitudine di conservarli al dito dopo la cerimonia; questo rito infatti andò affermandosi solamente dopo il 1500. L’usanza di incidere i nomi degli sposi e la data delle nozze all’interno dell’anello risale invece al 17° secolo.

 

 

Sono davvero molti gli aneddoti e le curiosità che accompagnano l’affascinante universo delle fedi nuziali. In particolare per le peculiari rappresentazioni simboliche che nel corso della storia hanno avuto. Le più comuni rimandano alla figura del cerchio, all’infinito senza inizio e senza fine simbolo di eternità e perfezione. A questo riguardo si tramanda, per esempio, che nei tempi più antichi, durante le cerimonie nuziali, veniva tracciato in terra intorno alla coppia che andava sposandosi un cerchio in segno di buon augurio. Cerchio che poi nel tempo sarebbe diventato la fede.

Secondo una tradizione medioevale, invece, la futura sposa per garantirsi un amore duraturo ed eterno intrecciava un suo capello ed uno del suo amato attorno ad un anello con diamante; lo portava sul cuore per nove giorni per poi alla fine donarlo al futuro sposo. Curioso poi come si sia arrivati a decidere di portare l’anello sull’anulare, (il quarto dito della mano), in questo caso sembra ci siano diverse origini: nella cultura degli antichi Egizi, per esempio, l’usanza di portare l’anello all’anulare era riconducibile alla credenza secondo la quale proprio in questo dito ci fosse la cosiddetta “vena amoris”, una vena che si credeva conducesse direttamente al cuore.

La cultura cristiana offre invece una spiegazione prettamente religiosa: l’anulare sinistro era infatti il dito a cui arrivava il sacerdote dopo aver toccato le prime tre dita invocando il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Più popolare e, se possibile, ancora più particolare è una leggenda di origine orientale. Secondo la tradizione cinese ogni dito della mano è legato ad una figura familiare della nostra vita. Il pollice rappresenta i genitori, l’indice i fratelli, il medio noi stessi, l’anulare l’altra metà e il mignolo i figli.

Unendo specularmente le mani, con i medi piegati, si potrà notare che tutte le dita possono essere staccate a eccezione degli anulari. L’interpretazione che viene data a tutto ciò è semplice: l’unione con l’altra metà è indissolubile e per questo motivo le fedi nuziali vengono indossate proprio sugli anulari. L’interpretazione che viene data a tutto ciò è semplice: l’unione con l’altra metà è indissolubile e per questo motivo le fedi nuziali vengono indossate proprio sugli anulari.

 

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