Il Tau è segno di redenzione
È il segno esteriore di quella novità di vita cristiana più interiormente segnata dal Sigillo dello Spirito Santo, dato a noi in dono il giorno del Battesimo. Il Tau fu adottato prestissimo dai cristiani, tale segno si trova già nelle catacombe a Roma, i primi cristiani infatti adottarono il Tau nella loro simbologia.
Come ultima lettera dell’alfabeto ebraico era una profezia dell’ultimo giorno ed aveva la stessa funzione della lettera greca Omega, come riporta il Libro dell’’Apocalisse: “Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente dalla fonte dell’acqua della vita… Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine” (Ap.21,6; 22,13).
Ma soprattutto i cristiani adottarono il Tau perché la sua forma ricordava ad essi la croce sulla quale Cristo si immolò per la salvezza del mondo.
San Francesco d’Assisi
Per la somiglianza che il Tau ha con la croce il Santo di Assisi ebbe carissimo questo segno tanto che esso occupò un posto rilevante nella sua vita come pure nei suoi gesti. In lui l’antico segno profetico si attualizza e, anzi, riacquista la sua forza salvatrice ed esprime la beatitudine della povertà, elemento centrale della vita francescana.
Il Tau era inoltre per il Santo il segno concreto della sicura salvezza e la vittoria di Cristo sul male. Grande fu in Francesco l’amore e la fede in questo segno. Con tale sigillo il Santo si firmava ogniqualvolta, o per necessità o per spirito di carità, inviava qualche sua lettera.
Con esso egli dava inizio alle sue azioni.
Il Tau era quindi un segno a lui più caro, il suo sigillo, il simbolo rivelatore di una convinzione spirituale profonda, ovvero che solo nella Croce di Cristo vi è la salvezza di ogni uomo.
Il Tau, che ha alle spalle una solida tradizione biblico-cristiana, fu accolto da Francesco nel suo valore più autentico, fino a diventare egli stesso, attraverso le stimmate nella carne al termine dei suoi giorni, quel Tau vivente che aveva così spesso contemplato, disegnato e soprattutto amato.
Alla luce di ciò si intuisce che il Tau non è perciò un amuleto né un “porta-fortuna”; al contrario esso è il segno concreto di una devozione cristiana. Ricevere il Tau e portarlo sul proprio cuore è l’impegno per un cammino fecondo all’insegna dell’amore e del rispetto per la vita, come il più grande dono divino.